Mia madre ha una malattia renale di origine genetica che si è manifestata la prima volta quando aveva 75 anni con una setticemia che l’ha portata ad un passo dalla morte. All’epoca chiesi tramite il Signor Luigi Mangiarini l’aiuto di Maria Mediatrice e Dispensatrice di Grazie e mia madre riuscì a sopravvivere nonostante la gravità della situazione. Da allora sono passati oltre dieci anni trascorsi sempre sotto stretto controllo medico per via delle infezioni causate dalla sua patologia che periodicamente si ripresentavano. C’era sempre il costante timore che non si riuscisse a fermarle e io sapevo bene, perché il Signor Luigi me lo aveva detto subito, che andava eliminata la causa con un intervento chirurgico. Tentai più volte di parlarne ai medici, ma tutti sostenevano che sarebbe stato troppo rischioso e difficile vista l’età. Con il passare degli anni la malattia progrediva finché la funzione renale compromessa anche dalle stesse cure, rese necessaria la dialisi. Nel gennaio 2016 mia madre ormai dializzata, stremata da una pesante cura antibiotica a seguito dell’ennesima infezione, ebbe un ictus ischemico con crisi epilettiche molto forti. Il suo cervello rimase danneggiato e l’uso della parola compromesso, eppure a dispetto di ogni referto neurologico in cui si parlava di importante decadimento cognitivo, mia madre dopo pochi mesi ebbe la forza e la capacità di ricamare il volto di Maria Mediatrice e Dispensatrice di Grazie, esso rappresenta il suo ringraziamento e nello stesso tempo testimonia visibilmente la Grazia ricevuta in quell’occasione.
Purtroppo a giugno 2016 l’infezione si ripresentò seriamente e alla somministrazione delle prime dosi di antibiotico arrivarono allucinazioni e crisi epilettiche inarrestabili tanto che i farmaci specifici sembravano inefficaci. Il quadro generale precipitò, subentrò uno stato settico e la mamma ricevette per la seconda volta in sei mesi l’estrema unzione. Nonostante venisse data per persa, si riprese lentamente e dopo due mesi consecutivi di ospedale i medici finalmente compresero che l’intervento era l’unica possibilità per scongiurare una morte certa. Molti antibiotici nel suo caso non erano più risolutivi, altri addirittura dannosi e così dopo anni dalle parole del Signor Luigi i dottori decisero di programmare l’operazione anche se ad alto rischio.
L’intervento riuscì, ma dopo un paio di settimane dalle dimissioni arrivò una complicazione che rese necessario un nuovo lunghissimo ricovero durante il quale mia madre invece di migliorare, smise di mangiare e di bere tanto da essere definita terminale. Per i medici stava morendo e noi famigliari avremmo dovuto rassegnarci all’evidenza. Quando informai della cosa il Signor Luigi mi disse di non scoraggiarmi, eppure tutto sembrava dargli torto. Lo conosco da tanti anni e so bene che non parla mai a caso, così gli dissi che ci saremmo affidati totalmente alla Madonna e alla Divina Provvidenza. Decidemmo di riportare a casa la mamma e rifiutammo l’alternativa dell’hospice dove avrebbero sospeso la dialisi perché considerata ormai inutile. Iniziarono giorni durissimi, ma al momento giusto arrivavano sempre gli aiuti necessari. Poco a poco mia madre è migliorata: ha ripreso a mangiare con le sue mani, a esprimersi, a muoversi un po’. Ci sono stati altri momenti drammatici a casa che tuttavia hanno permesso al medico di comprendere che la diagnosi fatta in ospedale era incompleta e di iniziare la terapia appropriata. Ogni giorno porta sempre le sue difficoltà e le sue gioie, ma è un dono di Dio e della Mamma Celeste che ci ha dato tutto il Suo Amore.
Il cinismo e anche la superficialità di certi medici, le accuse rivoltemi di egoismo nel non voler permettere a mia madre di andarsene nonostante la sofferenza e l’aver tentato di indurci a sospendere le cure perché definite accanimento terapeutico contrastano terribilmente con quella che si è rivelata essere la volontà di Dio. Volontà che ho sempre invocato sapendo essere l’unica via per il bene delle nostre anime.
Maria Santissima è sempre disposta a intercedere per noi, il Signor Luigi con la sua grande umiltà ci ha sostenuto fraternamente nella preghiera, ci ha indirizzato per mezzo dei doni particolari che ha ricevuto e con le sue parole di coraggio non ha permesso alla disperazione di avere il sopravvento.
Maggio 2017
Roberta B.