Ciao a tutti. Mi chiamo Fabio e sono qui per raccontare quanto mi è successo. Tutto è iniziato nel 2017 quando mia figlia, che era con mia moglie e i nonni in un appartamento vuoto, senza allacciamento elettrico, venne trovata a terra. Nessuno aveva visto cosa fosse successo. La trovarono svenuta e mia moglie si rese subito conto che la bambina non respirava. Intervenne immediatamente con la respirazione artificiale per mantenerla ventilata e impedire che il cuore si fermasse.
Chiamarono l’ambulanza e, poco dopo, arrivai anche io. Al mio arrivo, mia figlia era già stata intubata e respirava con l’aiuto di una macchina. Ci trasportarono in elicottero al pronto soccorso all’ospedale di Bergamo. Non sapevo se mia figlia ce l’avrebbe fatta. Pregavo incessantemente perché mia moglie e io potessimo raggiungere l’ospedale di Bergamo, e, dopo alcuni accertamenti, i medici notarono qualcosa alle mani della bambina. Ci dissero che era stata folgorata, e da quel momento capimmo che aveva preso una scossa elettrica, e così ci trasferirono a Brescia, nel reparto di rianimazione pediatrica. Una volta lì, i medici ci convocarono e ci informarono che la corrente aveva attraversato il collo e il cervello di mia figlia.
Ci dissero che non sapevano quali sarebbero state le conseguenze e che nei giorni seguenti avrebbero fatto una tac per esaminare l’entità dei danni al cervello. Mia moglie era disperata e si sentiva in colpa. Ci alternammo in ospedale, facendo su e giù. Dopo tre giorni mia moglie andò a casa e un’amica le diede il numero di telefono di un santuario a San Paolo di Lonato. Mia moglie mi chiamò da casa, confusa e disperata, e mi diede il numero del santuario della Madonna di San Polo. Avevo sentito parlare di questo luogo ma non ne avevo mai fatto esperienza direttamente. Le dissi di chiamare, sperando fosse l’ultima speranza dopo l’incomprensione dei medici che sembravano incolparci per un incidente più frequente nel terzo mondo che da noi. Lei chiamò, spiegò la situazione, e dall’altra parte le fu assicurato che la bambina si sarebbe salvata.
Mia moglie, dopo la chiamata, sembrava più tranquilla. Nonostante ciò, la situazione della bambina peggiorò nelle ore successive, con un aumento della febbre che ci spingeva a temere il peggio. Telefonai di nuovo al santuario in preda alla disperazione. Luigi mi rincuorò e mi invitò a mantenere la fiducia e che dopo 24, 25 giorni mia figlia sarebbe tornata a casa completamente ristabilita. Il giorno seguente mia figlia mostrò segni di miglioramento e, nei giorni a venire, la sua ripresa fu sorprendente tanto che, dopo poco meno di un mese, proprio in 25 giorni, poté tornare a casa completamente guarita.
Alessia – Rivisitammo Luigi al santuario per ringraziarlo e per mostrarci grati per la speranza che ci aveva dato. Incontrare Luigi e visitare il suo santuario fu un’esperienza toccante, un luogo di pace e preghiera. Luigi ci incoraggiò a percorrere un cammino di fede, sottolineando l’importanza della confessione e della comunione, seguendo i dieci comandamenti.
Offrì la sua guida senza chiedere nulla in cambio, semplicemente per la chiamata ricevuta dalla Madonna e da Dio per aiutare gli altri.
Ora sono passati sei anni da quando frequentiamo quel luogo di preghiera e ne condividiamo il valore con altri che, come noi, hanno avuto esperienze simili e trovano sollievo e forza nel santuario, in Luigi e nei suoi doni, una persona degna di essere conosciuta.