Questa è la testimonianza di Debora, madre di due bambine, che racconta la sua esperienza durante una complicata gravidanza. L’intercessione della Madonna di San Polo ha giocato un ruolo cruciale nel superare le difficoltà. Un esempio di resilienza e fede, che sottolinea i miracoli possibili nel percorso della maternità.
“Buongiorno, io sono Debora, madre di due bambine. Sono qui perché desidero esprimere la gioia e la felicità che ho nel cuore per le esperienze vissute nel corso della mia vita, legate alla Madonna di San Polo e al suo straordinario santuario. Ho avuto modo di conoscere la Madonna di San Polo nel 2003, quando abitavo ancora a Roma. Avevo sentito parlare di questo luogo, della Madonna di San Polo, delle numerose grazie che aveva dispensato a tantissimi fedeli, e avevo sentito parlare anche del signor Luigi. All’epoca, apparentemente, avevo tutto: una vita agiata in cui non si poteva desiderare nient’altro. Tuttavia, dal punto di vista spirituale, sentivo che mi mancava qualcosa.
Un giorno, sono partita da Roma e sono venuta qui per visitare il santuario della Madonna di San Polo e la sua fondazione. Ho conosciuto il signor Luigi e, da allora, non mi sono più separata da questo luogo. Nel corso degli anni, ho avuto tantissime difficoltà, come molte persone. Ho avuto problemi di salute a livello familiare, come moglie, come madre, come professionista. Sono riuscita a superarle soltanto grazie all’aiuto della Madonnina e del signor Luigi, che ci ha sempre supportato.
Ora, voglio raccontare un episodio che mi rimarrà significativo per la mia vita e per quella di tante persone. Ritengo di doverlo raccontare, perché costituisce un esempio prodigioso di quello che è stato l’intervento della Madonna di San Polo e dell’aiuto del signor Luigi in una situazione molto particolare.
Era luglio del 2019, ero in attesa della seconda bambina e mi trovavo alla ventisettesima settimana di gestazione. Mi trovavo in vacanza a Roma, stavo trascorrendo le vacanze dai miei genitori. Una domenica mattina, mi sono svegliata e mi sono accorta di avere un’emorragia in corso e forti dolori addominali. Mi sono recata immediatamente al pronto soccorso ostetrico del Policlinico Umberto I di Roma, credendo che non ci fosse nulla di preoccupante, perché certe situazioni sono comuni durante la gravidanza. Invece, con mia grande sorpresa, ho visto allarmare l’intero pronto soccorso. Medici, assistenti, infermieri si sono messi in moto per un ricovero immediato per minaccia di parto pretermine. Mi è stato comunicato che il test che rileva la fuoriuscita di liquido amniotico era positivo, quindi stavo perdendo liquido amniotico.
Sono stata sottoposta a un’ecografia e, durante l’esame, i medici mi hanno informato che il liquido amniotico era molto scarso. Sono stata quindi ricoverata d’urgenza. Ancora non capivo cosa stesse succedendo. Ho chiesto ai medici, che hanno continuato a sottopormi a degli esami. Il primario del reparto di ostetricia e ginecologia è venuto nella mia stanza e mi ha comunicato, insieme a tutto il suo staff, che con molta probabilità avevo rotto il sacco. Mi hanno detto che si auguravano che non entrassi in travaglio nelle prossime ore. Nel caso in cui non fossi entrata in travaglio, avrebbero cercato di tenermi lì, immobile nel letto, e di intervenire il più tardi possibile.
Stavo male, avevo dolori fortissimi, non sapevo cosa fare. Ero disperata e, nella disperazione più totale, ho chiamato il signor Luigi, che era qui a Brescia, mentre io ero a Roma. L’ho chiamato, l’ho informato della situazione, piangendo. Ero così disperata che non riuscivo neanche a pregare. Lui mi ha detto di non preoccuparmi, che avrebbe pensato lui, che la Madonnina avrebbe interceduto per noi, che avrebbe pregato per noi.
È passata una notte non facile. Nel corso di quella notte, sono stata portata a fare un’ecografia di secondo livello. Il vice primario è venuto in persona a fare l’ecografia. Lo scopo di quell’ecografia era constatare che la bambina non avesse subito dei danni cerebrali perché c’era poco liquido.
La mattina presto, mi sono svegliata bagnata fino alle ginocchia. Ho capito che avevo continuato a perdere liquido amniotico e non stavo bene. Sono stata sottoposta a una cura antibiotica in endovena e, nel corso della mattina successiva, mi hanno fatto altri esami per accertare che il sacco si fosse rotto, che avessi perso liquido amniotico.
Mi hanno fatto il test per accertare la presenza o meno di liquido amniotico. Il test indicava che non c’era più presenza di liquido amniotico. Cosa mi hanno detto i medici? Non lo sapevano. Poteva darsi che il test che mi avevano fatto in pronto soccorso il giorno prima fosse sbagliato. Poteva succedere. Mi hanno portato a fare un’altra ecografia e il liquido si era riformato. Non ce n’era tantissimo, ma era appena sufficiente.
Sono rimasta ricoverata per diversi giorni, credo cinque. Sono stata sottoposta ad altre indagini, come l’ecocardiogramma. Anche la bambina è stata costantemente monitorata.
Dopo diversi giorni, ho preso da parte una ginecologa con la quale avevo stabilito
un po’ di empatia. Le ho chiesto di spiegarmi cosa fosse successo. La risposta di questa ginecologa del reparto di ostetricia del Policlinico Umberto I di Roma è stata questa: “In verità, noi medici non lo sappiamo. Non sappiamo cosa sia successo. O il primo test che ti hanno fatto in pronto soccorso era negativo, o hanno sbagliato l’interpretazione dell’ecografia e quindi il liquido non mancava ma ce n’era tanto, o hanno sbagliato tutti i medici di un intero reparto. Oppure, come donna di fede, devo dire che c’è stato un intervento della Madonna di San Polo. Un’intercessione mediata dal signor Luigi che ha pregato per noi.”
Sono uscita dal policlinico con le mie gambe, con la mia bambina. È stata benissimo, non è nata pretermine, è nata a termine con un cesareo programmato. Sta benissimo, non ha riportato danni cerebrali, è sana. Adesso ha tre anni e mezzo. Abbiamo deciso di battezzarla qui presso il capitello della Madonna di San Polo. È stato bellissimo.
Mi sentivo in dovere di riportare ciò. Magari può essere un conforto per tante mamme che attraversano momenti difficili. Ogni maternità è diversa, ma mettere al mondo un bambino è difficile. Ci sono tante difficoltà sia nel momento della gravidanza, nel momento del parto, nel momento in cui si desidera un bambino e magari non arriva. La maternità è difficile, ma la Madonna ci ascolta. Vuole soltanto che noi ci rivolgiamo a lei con umiltà e devozione. Questo volevo dire: la Madonna ci ascolta, è qui per noi e non si dimentica mai di noi mamme, dei nostri bambini. Mai, mai, mai.”