“L’unica cosa che conta nella vita è l’amore”: questa frase rimarrà certamente impressa nella memoria di chi, lo scorso 2 novembre, ha avuto il privilegio di ascoltare Mons. Gabriel Sayogo, Arcivescovo della diocesi di Koupéla in Burkina Faso, durante l’omelia pronunciata nella Santa Messa da lui celebrata presso il nostro Capitello.
Al termine della celebrazione, Mons. Sayaogo ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa promossa da Luigi, che prevede la celebrazione, ogni ultimo sabato del mese, di una Santa Messa dedicata al sostegno dell’opera dei Vescovi. Questa iniziativa si svolge sotto la tutela di Maria, Mediatrice e Dispensatrice di Grazia.
Luigi ha voluto spiegare così le motivazioni di questa iniziativa: “I Vescovi sono l’anello centrale della Chiesa. Sono le guide scelte da Dio per guidare noi, il suo popolo. Pregare per loro significa pregare per il mondo intero. Al popolo è affidato il compito di pregare per i propri Vescovi per accompagnare e sostenere il loro ministero”.
Ad accompagnare le Sante Messe che verranno celebrate nelle varie diocesi, sempre l’ultimo sabato del mese, a San Polo verrà recitato il Santo Rosario a favore dei Vescovi. Questi Rosari saranno aperti a tutti quelli che vorranno partecipare e potranno essere seguiti in diretta sul nostro canale Telegram, aperto appositamente per divulgare questa iniziativa.
Anche San Paolo aveva chiaro l’importanza del ruolo dei Vescovi, nella lettera a Tito infatti scrive: “Il Vescovo infatti, come amministratore di Dio, deve essere irreprensibile: […] fedele alla Parola, degna di fede, che gli è stata insegnata, perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare i suoi oppositori”.
Vorremmo fare nostra l’esortazione del canto al Vengelo che segue proprio la lettera a Tito: “Risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita”,
Anche per spiegare il motivo della visita dell’Arcivescovo Gabriel vi riproponiamo la testimonianza della sua storia con Luigi.
Testimonianza di Mons. Gabriel Sayaogo
“Il mio primo incontro con Luigi”
l venerdi 23 del mese di febbraio 2018, ho avuto il piacere di accogliere il signor Luigi MANGIARINI con qualche collaboratori della Fondazione “Maria Mediatrice e Dispensatrice di Grazia” nel vescovado di Manga. Nonostante quasi dieci anni sono passati, era lo stesso Luigi che avevo già incontratto nove anni fa: un volto sorridente, uno sguardo sereno e cordiale. Non era un chiacchierone. Sembrava pesare le sue parole prima di esprimerle.
Nove anni sono passati e non mi aspettavo di fare il redattore di quanto è accaduto. Certe cose possono dunque non essere nella loro pura esatezza matematica. Eravamo all’inizio dell’anno 2009, durante uno dei viaggi di Luigi in Burkina Faso. Venuto a Saku, un paesino della parrocchia di Tikare nella diocesi di Ouahigouya (leggere Wayiguya), il gruppo ha fatto il percorso fino a Wayiguya per dare il buongiorno al Vescovo. Non mi ricordo quanti eranno, ma quel giorno noi eravamo in cinque sacerdoti nel vescovado. Sapendo del loro arrivo, avevamo invitato qualche sacerdote in servizio a Wayiguya per il pranzo. Nel corso delle nostre chiacchiere, non mi viene oggi in mente l’argomento sul quale noi scambiavamo ma a un tratto, Luigi, con serenità disse, guardandomi: “Lei sarà Vescovo”. Non sembrava nemmeno dare una importanza alle sue parole. Giocava con qualcosa nelle mani (un bicchiere? un tovagliolo? un cucchiaio? cos’era? non mi riccordo). Tale era comunque il clima (l’atmosfera) nel (la) quale ha lasciato la sua frase. Le sue parole sono state accolte col silenzio dovuto come sempre in simili circostanze. Io ero vicario generale. Non avevo nessun’esperienza dell’incarico vescovile. Ma, “dal tic al tac” come se avessei camminato su una spina, ho risposto: “Lei è matto”. Qualche persona ha emesso un riso dal fatto che lo trattassei da matto, ma Luigi ha detto con la sua serietà: “Parlo sul serio”. Io ho encora tentato di dire che non sarà ne vero, ne possibile. Lui ha insistito, e lui stesso ha provato di tradurre le sue parole per gli altri sacerdoti (che certamente, l’hanno ascoltato con scetticismo). E abbiamo continuato a chiacchierare. Occorre dire che dopo la partenza di Luigi avevo mandato nel dimenticatoio la sua profezia?
E’ quel Luigi che ho di nuovo incontrato a Manga il 23 febbraio, nove anni dopo quel giorno di 2009 e quasi sette anni dopo che io sia stato difatto ordinato Vescovo. Sono arrivati di sera, dopo un viaggio faticoso per causa delle strade. Tre giorni prima, l’avevo incontrato a Ouagadougou (leggere Wagadugu) e aveva espresso il desiderio di fare un giro a Manga, ma dopo un sostamento a Saku. A Wagadugu quando mi ha visto vestito da Vescovo mi ha salutato con rispetto e mi ha riccordato la storia della sua profezia o della sua pazzia. Quel incontro di Ouagadougou, pure breve, fu un bel momento. Ma siamo a Manga dove Luigi e i suoi compagni, con il loro angelo custode, Frate Alberto SAWADOGO, sono venuti a salutarmi. Questo suo senso dell’amicizia mi ha molto colpito. Correndo il rischio di mancare l’aereo, Luigi e i suoi amici hanno voluto fare il viaggio di Manga. Questo giorno del 23 febbraio, l’aereo che gli doveva riportare in Italia via Parigi (penso) partiva alle ore 22 e 30. Alle ore 19 e 30 il gruppo era encora a Manga. Occorreva almeno un’ora e trenta per percorrere la distanza tra Manga e Ouagadougou. Nonostante i bei momenti che stavamo vivendo, io ero preoccupato. Arrivando a Manga, la loro machina aveva dato segnali di fatica e il viaggio si farà di notte. Loro invece erano tranquilli, senza stress, senza fretta. Luigi ha voluto un momento di scambio da solo con me. È solo dopo questo che hanno preso la direzione di Ouagadougou le 20 passate.
Di nuovo a Manga Luigi ha riccordato per i miei compagni, i sacerdoti che fanno comunità con me nel vescovado la nostra storia di Ouahigouya e ha, una volta di più lasciato una parola, in presenza dei suoi compagni e dei miei: “Entro tre anni, ha detto, sotto la sua guida, parlando di me, la diocesi vivra qualcosa di grande”. Encora una volta le sue parole sono state accolte in un grande silenzio. E’stata Stefania a rompere il silenzio e abbiamo concluso il nostro incontro con una preghiera. Cosa accadrà? Noi ci affidiamo a Dio e all’intercezione materna della Madonna. Tutto è grazia!
Ma non concludo senza dire di nuovo grazie a Luigi, a Stefania e a tutti quanti fanno i viaggi d’amicizia e di fratellanza in Burkina Faso da anni già. Sia lodato Gesù Cristo, ora e sempre e venga il suo regno!
La seconda previsione
A questo fatto, bisogna aggiungerne un altro, una seconda previsione.
Nel 2018, durante il nostro viaggio in Africa, pernottammo, al nostro arrivo in Capitale a Ouagadougou, al Centro Diocesano Episcopale Zoungrana, il mattino seguente nella sala della colazione, incontrammo Sua Eccellenza con nostra e sua grande sorpresa . Grande fu l emozione soprattutto per Luigi e il Vescovo Gabriel che da quella prima previsione non si erano più né rivisti né sentiti, sebbene quest’ultimo cercò in tutti i modi di contattare Luigi per dirglielo.
A questo inatteso incontro, seguì da parte del Vescovo l’ invito a cena presso il Suo Vescovado il giorno del nostro rientro in Italia.
Quella sera fu memorabile, grande l’ospitalità nei nostri confronti, oltre a Sua Eccellenza erano presenti anche due sacerdoti più giovani, io, Luigi, Fratel Albert, altri due nostri volontari e una ‘amica del Villaggio di Sakou.
Dopo la cena ci salutammo e Il Vescovo Gabriel disse a Luigi: “Mi raccomando Luigi, questa volta niente previsioni!”. Ed egli rispose: “Non si preoccupi Eccellenza, questa volta no”. Il nostro pulmino non partiva e così ci diedero un aiuto a spingerlo, ma arrivati quasi alla soglia del cancello del Vescovado, mentre il Vescovo e i due sacerdoti ci guardavano da lontano, Luigi disse: “Fermati, torna in dietro!” subito capimmo le sue intenzioni, eravamo tutti eccitati!… tranne, credo, Sua Eccellenza.
Scendemmo tutti dal pulmino, Sua Eccellenza prontamente chiese se avessimo dimenticato qualcosa, Luigi si avvicinò ai tre e disse: “Si ricordi Eccellenza tra due anni questo luogo parlerà di Lei!” e aggiunse: “E tra tre anni e mezzo…”. A queste parole il Vescovo esclamò: “Luigi, me l’hai fatta un’altra volta!”.
Tra le risate e l’emozione generale, ripartimmo.
Questa seconda previsione si è avverata proprio come aveva detto Luigi, a due anni esatti dalla previsione, il Vescovo è stato nominato ArciVescovo della Diocesi di Koupéla in Burkina Faso.